Una start up tutta italiana che unisce sapientemente artigianalità, design ed ecostenibilità da cui nascono esclusivi arredi e complementi d’arredo dove la tradizione del vino incontra il gusto italiano
Winetage, giovane azienda creata da Matteo de Padova nel 2021, fonda la sua filosofia partendo da un approccio più consapevole all'upcycling di materiali naturali che vengono utilizzati per realizzare le collezioni in cui il vero lusso, non riguarda solo l'estetica ma anche la qualità e la sostenibilità dei materiali scelti. Il legno di rovere, recuperato dalle botti, è il materiale principale di ogni creazione, in cui ogni doga, di varie dimensioni, ha colori e profumi unici. Lampade a LED e coffe table, prodotti sartoriali, lavorati da esperti artigiani in cui la forma della materia diventa co-protagonista nel processo creativo e in cui tutto è curato nei minimi dettagli.
La nostra intervista a Matteo de Padova, fondatore di Winetage
Come nasce e come viene progettato un vostro prodotto?
Il progetto Winetage nasce circa 5 anni fa, da un casuale "incontro" tra due mie passioni, l'eno-turismo, con mia moglie facciamo almeno 3-4 eno-weekends all'anno alla scoperta di piccole-medie cantine e dal desiderio di ridurre/evitare gli sprechi. Durante una di queste visite, parlando col vignaiolo, scoprii che le barriques (le botti "piccole" da 225L) hanno un ciclo di vita molto breve, solo 5-6 anni. Dopo di che vengono dismesse, e se poche trovano un secondo utilizzo come "ornamento" (bar, portavasi, etc.), la maggior parte vengono semplicemente bruciate. Il legno di rovere usato per le botti di vino è il più pregiato in assoluto perchè deve invecchiare un alimento.
Gli alberi hanno almeno 100-105 anni prima di essere tagliati in assi per la stagionatura, che avviene all'aria aperta per almeno altri 2 anni. Poi le assi migliori, senza nodi (perchè i nodi danneggerebbero il vino), vengono lavorate artigianalmente dai mastri bottai come si faceva una volta (la barrique, inventata dai Galli per trasportare la birra, fu adottata da Giulio Cesare durante la campagna di Gallia per il trasporto di vino, finchè non si accorse che quel sistema di "trasporto", in realtà, migliorava il vino. Da allora, e sono 2.000 anni, la barrique è parte fondamentale della vinificazione.
Nel momento in cui il vignaiolo ci raccontava di come molto spesso dovesse bruciare le botti, mi venne l'immagine di Michelangelo e di quel blocco di marmo che reputavano imperfetto, abbozzato già da altri scultori che l'abbandonarono. Michelangelo, toccandolo, disse qualcosa come "qui giace un'opera d'arte, ed è mio compito liberarla". Così nacque il David...
Non sono un'artista, nè un designer... ma quel flash mi ispirò a dare una seconda chance alle doghe di rovere invecchiato. E proprio ispirato da Michelangelo, il mio obiettivo fu di far scoprire ciò che è custodito dentro la botte: il contatto tra legno e vino (l'invecchiamento).
Tutti sanno cosa apporta il legno al vino (struttura, tannini, etc.) ma nessuno finora ha dato visibilità al mondo di colori, segni e profumi che il vino lascia sul legno. Ecco, questo è Winetage!
La progettazione parte dal rispetto e rivalutazione della materia, nelle sue due componenti essenziali: la curvatura della doga di rovere e la colorazione/ le caratteristiche impresse dal vino nella fase di vinificazione. Mentre la curvatura è più o meno costante, la larghezza, colorazione e le caratteristiche sono di volta in volta uniche, dipendendo dal legno e dal tipo di clima durante la stagionatura (più o meno freddo/caldo, più o meno piovoso/nevoso, etc.), dal tipo di tostatura che il vinaiolo ha scelto per il proprio vino e dal tipo di vino invecchiato. Per questo lavoriamo solo con artigiani che sanno interpretare il legno. Ogni nostra creazione, quindi, tende a preservare queste unicità che la materia stessa ci offre e il nostro obiettivo è quello di raccontare quest'unicità della materia elevandola ad attrice protagonista di questa nostra storia
Quali sono i prodotti bestseller della sua azienda e quali quelli che più la soddisfano?
Come startup, è ancora prematuro parlare di prodotti "bestseller" perchè stiamo appena iniziando, ma contiamo molto sull'aiuto di Milano Home e di esperti del settore per far conoscere l'incredibile storia del rovere invecchiato col vino. E delle infinite possibilità dell'upcycling.
Dei prodotti attuali che più mi soddisfano, mi piace citare la lampada da terra Pienza e il tavolino Narni. Il loro stile elegante e minimal si integra in qualunque stile di casa, ma la sorpresa che questi prodotti offrono è la possibilità di intravedere discretamente i segni e i colori lasciati dall'invecchiamento del vino. Una scoperta che può diventare poi argomento di conversazione: magari degustando in compagnia proprio il vino che invecchiò in quella botte.
Che rapporto vede tra i complementi della sua azienda e i vari stili abitativi?
Nel mondo del design tradizionale, i designer partono da un foglio bianco e hanno la possibilità di interpretare trends o lasciarsi guidare dalla propria creatività e dagli input dei clienti e mercato per poi modellare la materia per aderire ai concept che hanno ideato. Questo rende più semplice la creazione di complementi che possono inserirsi "ad hoc" per ogni stile abitativo. Per noi, invece, è completamente diverso. Il nostro processo creativo nasce dalla materia pre-esistente. Dalla sua forma. Dalla dimensione e dagli attributi che la Natura ha impresso sopra ogni doga. Il nostro obiettivo è quello di estrarre dalla doga la sua "italianità intrinseca" e raccontarla con un prodotto di design che rispecchi il Made in Italy, artigianale, e che si adatta facilmente ai vari stili abitativi proprio perchè naturalmente morbido.
Se dovessi utilizzare un riferimentomutuato da un altro settore del Made in Italy, la moda, direi che il nostro stile è un pò come il nero: si abbina con tutto, fa sempre la sua scena, non delude mai ed è senza tempo.
Quanto è importante per voi il concetto di sostenibilità?
Per noi, il concetto di sostenibilità per come viene pubblicizzato è troppo blando e non contundente. Noi vogliamo rappresentare la "sostenibilità 4.0" del Made in Italy, intesa come upcycling. Mi spiego facendo leva sulla mia ventennale esperienza come top manager operation in multinazionali americane. La maggior parte delle aziende presenti sul mercato (incluse nel settore arredo) sono nate anni fa e hanno disegnato i loro processi sulle "economie di scala", quindi producono per il magazzino prodotti standard che possono essere inviati in tutti i mercati. Per farlo, si approvvigionano di materie prime nuove e le trasformano, quindi consumano risorse naturali, prima ancora di avere un cliente. Noi invece produciamo solo quando c'è un ordine di un cliente e stiamo disegnando i nostri processi su questa filosofia. Questo da un lato ci permette di far scegliere al cliente la tipologia di legno (barrique da Barolo, Chianti, Barbaresco, etc.), dall'altro permette agli artigiani di lavorare ogni doga singolarmente e col tempo necessario a estrarne "l'italianità". L'unico stock di magazzino che noi abbiamo sono le botti, lo ‘scarto’ delle cantine. Quindi, per noi sostenibilità non è solo riduzione degli sprechi di acqua, di energia, di trasporto, di processi pre-esistenti, ma strutturare tutti i nostri processi intorno all'upcycling:
recuperiamo ottimo legno di rovere naturalmente impreziosito dall’invecchiamento del vino
Il nostro processo creativo parte da un elemento fisico materico preesistente e con un'unicità intrinseca. Non usiamo collanti o altri elementi chimici invasivi per l'ambiente.
E anche quando usiamo materiali "poco sostenibili", come il marmo, lo facciamo recuperando gli scarti della lavorazione del marmo. Anche in questo caso, partendo da un elemento materico pre-esistente, il compito dei nostri designer è quello di estrarne l'italianità. Questo per noi è l'dea di sostenibilità 4.0 Made in Italy.
Che novità presenterete alla prossima edizione di Milano Home?
Il nostro obiettivo per Milano Home è presentare 3 nuovi prodotti che, siamo convinti, stravolgeranno la percezione di upcycling, creando un ponte vero tra la sostenibilità/upcycling ed eleganza e lusso Made in Italy: un tavolo iconico che reinterpreta le botti da 25HL (quelle grandi con doghe da 2 metri) e 2 bio-camini: camini da interno alimentati a bio-etanolo, che non necessitano di canna fumaia. Siamo convinti che Milano Home sia la piattaforma ideale per mostrare le potenzialità inespresse del upcycling e dell'unione di queste diverse anime del Made in Italy: design, artigianato e mondo del vino.