Foto di apertura: Aquatic Creatures
di Gaia Monfrini
Sono potentissimi portali per altri mondi, amuleti dell’immaginazione che ci permettono di sognare realtà diverse, vite supplementari, mondi lontani e possibilità nuove.
Mi è capitato spesso durante l’estate, quando i pensieri sono più morbidi e la mente è più leggera, di perdermi in fantasticherie, guidata dagli oggetti che osservavo intorno a me.
La lampada in ottone che il mio vicino di casa ha scelto per il suo tavolino all’aperto mi ha condotto nella cabina di un galeone pirata, il centrotavola giallo degli amici che mi hanno invitato a cena mi ha trasportato in una profumata limonaia di Capri, le pale del ventilatore che muovevano le tende della mia camera da letto mi hanno fatta sentire all’Havana in un torrido pomeriggio di agosto.
Gli oggetti sono i contenitori inconsapevoli delle nostre suggestioni, ricordi e passioni e creano mondi immaginari più densi e più ricchi di quelli in cui siamo abituati a vivere: grazie al loro potere incantato la nostra esistenza si allarga. Li definiamo inanimati, ma in realtà contengono la vita.
Allo stesso modo mutano e si rigenerano seguendo lo spirito del tempo, che li investe di significati nuovi e li trasforma nell’espressione di un sentire collettivo: un trend altro non è che un gusto che si fa universale.
Dopo un’estate che mi auguro sia stata per tutti tempo di sogni e fantasie, di quali nuove tendenze saranno portatori gli oggetti che sceglieremo per le nostre case nei prossimi mesi?
Negli ultimi mesi abbiamo seguito con un rinnovato entusiasmo il tennis e i suoi talenti, rimanendo con il fiato sospeso fino all’ultimo scambio.
Questa nuova passione collettiva si è rapidamente trasferita nel mondo dell’arte, del cinema, della moda e del design, entrando nel nostro quotidiano e contaminandolo con i codici di questo sport.
Anticipatrice di questa tendenza nel campo dell’interior, l’installazione Clay Court Club della designer Cristina Celestino che durante la Milano Design Week ci ha incantato con la sua interpretazione delicata, raffinata e contemporanea dell’estetica dei court in terra rossa.
La designer friulana ha riallestito temporaneamente la storica sede del Tennis Club Milano Bonacossa con arredi e complementi ispirati al mondo del tennis, pensati per portare nelle nostre case le atmosfere di questo sport: sedie e tavolini dai dettagli intrecciati con richiami al pattern di reti e racchette, panchine eleganti e allo stesso tempo pratiche che ricordano i tradizionali posti a sedere a bordo campo, una moquette che riprende l’iconico rosso della terra battuta, linee geometriche che replicano quelle dei campi e delle divise dei giocatori.
Tra le suggestioni retrò che da sempre contraddistinguono questo mondo e un design essenziale e ordinato che riflette la pulizia e la precisione del gioco, un’illuminata preview del tennis core, lo stile che nei prossimi mesi influenzerà le nostre scelte home decor.
Sarà per il bisogno di stabilità generato da questi tempi incerti o per il desiderio di riconnettersi alla nostra storia, alle nostre radici e a un’ideale di Bellezza eterno e incorruttibile: il nuovo stile classico da semplice ispirazione si sta trasformando in una vera e propria tendenza che ridisegnerà i dettagli delle nostre case.
I canoni di armonia, equilibrio, simmetria del mondo greco-romano così come le sue forme, i suoi simboli e i suoi miti vengono recuperati, scomposti e reinventati in chiave contemporanea e spesso ironica: li troviamo raccontati nelle carte da parati, nei tessuti d’arredo, negli oggetti decorativi, nelle proporzioni degli spazi, aggiornati con un approccio più informale, meno rigoroso.
L’immaginario classico viene integrato con elementi più discreti e minimalisti, non definisce più total look per evitare di sovraccaricare gli ambienti, ma si rivela nei particolari con accenni leggeri e suggestioni raffinate, giocose e pop.
Stucchi, modanature e rosoni sono presenti ma con linee pulite e essenziali, la palette cromatica rimane fedele ai toni classici (bianco, crema, beige) ma spesso è associata a contrasti più audaci.
Gli elementi iconici del classicismo, busti, statue e volute, sono riproposti in materiali inaspettati e innovativi, le carte da parati si ispirano al vedutismo classico ma alleggerite da un twist contemporaneo: un lessico antico ma allo stesso tempo nuovo che ci accompagnerà a lungo.
Sentiamo il bisogno di creare case uniche e autentiche, valorizzarle con pezzi che parlano di noi, che raccontano dell’abilità e dell’amore di chi li ha creati, in sintonia con i nostri gusti, esigenze e personalità.
Ci stiamo allontanando dal consumo irresponsabile e non siamo più interessati all’acquisto di pezzi in serie che rendono gli spazi che abitiamo tutti uguali e senza anima. Siamo sensibili a una nuova idea di Bellezza che ha a che fare con il saper fare, la cura e il tempo lento della creazione.
Queste nuove esigenze hanno contribuito a dare un nuovo respiro all’artigianato e a una tendenza craftcore che valorizza l’handmade e tutto ciò che è slow, naturale e autentico, anche nella sua imperfezione.
La riscoperta di antiche tecniche di produzione a ridotto impatto ambientale, con una particolare attenzione alla sostenibilità, il recupero delle decorazioni della tradizione reinterpretate con uno sguardo attuale, la qualità delle materie prime naturali e la personalizzazione delle creazioni, sono gli elementi che rendono questa più che una tendenza, una filosofia lifestyle.
Una dichiarazione d’amore per le atmosfere, le tradizioni, la cultura dei Paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo: Italia, Spagna, Grecia, Marocco.
Potremmo definirlo un minimalismo illuminato dalla luce, scaldato dai materiali naturali e reso accogliente dalle forme organiche, una delle tendenze più amate degli ultimi anni nell’interior design globale.
Un’estetica calda e luminosa con un profondo legamecon la natura che riduce il superfluo per concentrarsi sulla semplicità delle forme e sceglie linee morbide, materiali naturali e local (come la calce, la pietra, il legno, le fibre vegetali), finiture raw, colori neutri e organici (verde oliva, terracotta, ocra, bianco, blu), artigianato della zona (ceramiche dipinte a mano, cesti in vimini, tessuti intrecciati, vasi in terracotta) e tessuti naturali.
La passione per questo stile nasce dal nostro desiderio di emozionarci, di abbracciare una linea che ci accomuna in cui recuperiamo le nostre origini e parliamo uno stesso linguaggio, autentico e spontaneo.
Il film più acclamato a Venezia, The Brutalist, che ha al centro la storia di un architetto e la creazione di una grande opera architettonica in stile brutalista, è solo l’ultimo segnale della crescita dell’hype nei confronti di quest’estetica.
Trend confermato dalle tante pubblicazioni sul tema uscite negli ultimi anni e dalla grande popolarità che questo stile ha acquisito sui social e che ora allarga il proprio campo d'azione all'interior design e al product design.
Un diffuso desiderio di autenticità combinato alle tendenze minimaliste degli ultimi anni che privilegiano spazi sobri e funzionali e a un sentimento di nostalgia per l’architettura degli anni ‘50-’70 ci porta a riscoprire le caratteristiche di questo movimento: l’uso di materiali grezzi (il cemento a vista su tutti ma anche il legno, il metallo e il vetro non trattati), le texture ruvide, le forme geometriche imponenti, la funzionalità che non concede nulla alla decorazione, i colori neutri e i toni grigi.
La poetica del new brutalism potrebbe essere la tendenza più audace dei prossimi mesi, teniamola d’occhio.