120Mamelistrasse: “Il negozio non deve soltanto vendere”
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120Mamelistrasse: “Il negozio non deve soltanto vendere”

“Scelgo di vendere soltanto le cose che migliorano la vita alle e lavoro con le aziende di cui conosco i proprietari e la loro filosofia. Mi piace ringraziare i clienti facendoli divertire oltre che solo comprare, un negozio non può più solo vendere. Io lo trovo pure noioso vendere e basta: bisogna imparare a conoscere le persone, allacciare nuovi rapporti e scambiare le idee”

La nostra intervista a Cristina Fioraso, titolare del negozio di tessuti 120Mamelistrasse

 

 

“Sono nata in un cassetto”. Risponde così Cristiana Fioraso, titolare di 120Mamelistrasse alla nostra domanda: “Da dove nasce l’amore per i tessuti?”.

 

“Il mio papà – racconta - era figlio già di una commerciante di tessuti che nel dopoguerra girava con un camioncino per le valli di Verona e faceva una vendita porta a porta e vendeva ai mercati, poi mio papà nel 1962 ha deciso di aprire, quando si è sposato, un suo piccolo negozio, il nostro retrobottega era la nostra abitazione, per cui sono nata con le stoffe nell’armadio al posto dei vestiti! All’epoca era tutto a metraggio. Nel ’73 di aprire un negozio su una strada a grande traffico, la statale che collega Verona a Vicenza, con una superficie decuplicata, con una nuova visione, con la possibilità di toccare la merce, ha tolto il banco trasformando il negozio in una specie di self service dove si vendevano grandissime marche, magari con un piccolo difetto, perché comunque essendo in periferia avevano anche bisogno di ottimizzare gli introiti. Io ho fatto il liceo classico e dopodiché ho continuato a lavorare in famiglia con la mamma e il papà. Sono la terza generazione, ha iniziato mia nonna Elisa. Ho lavorato fino al 2016, anno in cui mio padre è mancato e, per vari problemi di successione, mi sono staccata e ho deciso di aprire per conto mio, in un’altra sede, in un’altra parte della città verso ovest, così ho aperto questo negozio. All’inizio era di 77 metri quadrati, in una via sempre di grande traffico, ma non in centro storico. Abbiamo arredato tutti i locali in modo molto sostenibile, considerato che abbiamo usato tutti materiali di recupero, anche i lampadari sono stati realizzati con i cestelli delle lavatrici usate, grazie a mio marito che ha molta manualità. In seguito, abbiamo avuto l’occasione di acquistare il negozio a fianco nel 2018, raddoppiando la superficie e attualmente abbiamo 150 metri quadri di vendita al dettaglio di biancheria per la casa in maggior parte. Mi piace acquistare in maniera verticale, per cui dal fabbricante direttamente e cerchiamo di dare valore alle aziende storiche italiane ma anche estere, perché comunque anche in Europa ci sono delle eccellenze.

 

 

Nella sua famiglia ci sono stati cambi generazionali, ora sta avvenendo anche con le sue figlie?

 

Le mie figlie Camilla e Anita (in foto), come me, sono cresciute sui banchi tra gli scaffali di stoffe. Come anche mio padre, lui sul mitico Leoncino perché sua madre, mia nonna Elisa era un’ambulante nel secondo dopoguerra, quando ancora su in Lessinia per un rocchetto di filo ti davano un kg di burro, e quando serviva un anno a incassare il costo di un taglio di lana Marzotto per farci un vestito da uomo per la festa, perché il cliente pagava a rate, 500 lire alla settimana. Quando i tempi erano durissimi ma le persone non rinunciavano ad avere qualcosa di qualità. Mio padre avrebbe compiuto 90 anni il 21 maggio. A Verona il 21 Maggio si festeggia il patrono. Io festeggio mio padre, a negozio aperto. La tradizione è una cosa seria. Certe cose non le impari su nessun banco di scuola, le impari sul banco del negozio anche mentre giochi con le forbici o il metro. Personalmente posso dire di fare questo lavoro da 58 anni tanti ne ho. Il primo negozio di mio padre era minuscolo in via dei Sogari ed era una stanza dell’appartamento. Aprivi gli armadi e, oltre al tuo vestito, ci trovavi le pezze di tessuti, bellissime lane di Biella e sete di Como, perché per mio padre la qualità veniva prima di ogni altra cosa. E che ci volete fare, ho avuto questa scuola.

 

Mia figlia Camilla si è laureata a pieni voti con lode in fisioterapia a novembre 2023 e ha trovato subito lavoro. Anita ha finito il liceo artistico e poi ha deciso di intraprendere la mia strada. Nessuna insistenza da parte mia, anzi io avrei preferito che prima si “divertisse/impegnasse” a prendere una laurea. Si impegna molto ed è molto brava nell’interior design, nel senso che ha buon gusto e ama il bello. La sto portando a visitare le aziende perché approfondisca le sue conoscenze, che prima si impara la parte tecnica del mestiere e meglio è. Dal mio punto di vista visitare le aziende aiuta a crescere. E i tuoi clienti apprezzano e capiscono meglio come viene fabbricato il prodotto. Con la globalizzazione è importante conoscere la filiera per capire a chi stai lasciando i tuoi soldi. Personalmente scelgo aziende di cui conosco i proprietari e la loro filosofia. Prediligo chi ha una tradizione famigliare e la porta avanti magari facendo delle rinunce in termini di profitti. È importante anche fare dei report su queste visite, per coinvolgere i clienti in modo che si affezionino a loro volta.

Anita, la figlia di Cristina Fioraso, fin da piccola circondata dai tessuti

Perché organizza eventi nel suo negozio?

 

Perché mi piace e trovo sia un modo per ringraziare i clienti facendoli anche divertire oltre che solo comprare, un negozio non può più solo vendere. Io lo trovo pure noioso vendere e basta, lo faccio da troppi anni è riduttivo. Durante gli eventi si conoscono persone e dai modo di allacciare nuovi rapporti e scambiare le idee, aiutano anche a far conoscere il negozio in maniera più easy. Ne abbiamo organizzati sia in negozio sia a casa. Il 2 ottobre 2022 per l’evento L’Anelando siamo finiti sul giornale l’Arena quotidiano di Verona.

 

La mia casa - ex villa del Lanificio Tiberghien - è stata allestita con tutte le aziende di lana che trattiamo in negozio, ogni stanza con un allestimento diverso. Non era finalizzato alla vendita, solo un momento di convivialità e di stupore aperto al pubblico. In negozio invece abbiamo accolto pittori, scrittori, tessitori, artigiani, burattinai…. sempre con grande afflusso di pubblico. Tutti eventi aperti e gratuiti, spesso con omaggio o ricordo da portarsi a casa.

 

 

Quali sono le collezioni che maggiormente vi rappresentano?

 

Tutte le collezioni che sono create con una certa filosofia e comunque che ripercorrono materiali naturali. Sto dando molto risalto alla lana e al lino, trovo che siano materiali veramente fedeli, che creano bellezza, comfort, che fanno star bene, con la scelta di vendere cose che migliorano la vita alle persone assolutamente di qualità e che durano nel tempo, il pile, ad esempio, non entrerà mai nel mio negozio. Vendiamo maggiormente prodotti già finiti per la tavola, per il letto e per tutto quello che riguarda la casa.

 
 
 
 
 
 

Evento per esporre i quadri dedicati agli strofinacci

realizzati del suocero di Elisabetta Bagaccin, brand ambassador di Milano Home

Fotografie realizzate da Antonella Vecchi, Autrice anche del libro Il Bel Lavoro, che mette in risalto le imprese locali virtuose, ne documenta i valori e le sinergie che creano ambienti di lavoro favorevoli per l’autorealizzazione dei lavoratori e delle imprese stesse.  120Mamelistrasse è una delle aziende presentate nel libro.