Milano Home incontra Andrea Cembalo, ceo de La Casa di Betty
“Questa attività è la mia vita”. Andrea Cembalo, ceo de La Casa di Betty.it, è un ragazzo “nato e cresciuto in un negozio”. Il papà, oggi scomparso, aveva un negozio di mobili e appena raggiunta la maggiore età Andrea ha messo ha frutto l’esperienza maturata nel punto vendita per intraprendere nuovi percorsi.
“A 18 anni ho aperto un’agenzia di intrattenimento eventi, poi ho avviato un’attività di ristorazione. Due progetti che però sono naufragati nel volgere di pochi mesi a causa dello scoppio della pandemia”. Cembalo non si è dato per vinto. La chiusura dei negozi e la desertificazione dei territori lo hanno spinto a riflettere. Tre anni fa la svolta, dopo un’attenta riflessione decide di investire sull’online del negozio fisico.
“Dopo la seconda ondata ho compreso che era impossibile prevedere per quanto tempo ancora non avremmo potuto ricevere i nostri clienti nel punto vendita, pertanto quella di vendere attraverso la rete è stata una scelta obbligata quanto opportuna e alla fine si è rivelata una strategia vincente”.
“Di più. Mi sono sentito gratificato. Quando in prossimità della Pasqua è scattato il secondo provvedimento di chiusura ho subito dirottato le collezioni e gli articoli sul sito organizzando delle dirette su Facebook. Il risultato? In pochi giorni la merce è andata esaurita!”
Nata nel 1997 da un'idea della giovanissima Betty Falcetano, oggi La Casa di Betty è una delle più importanti realtà nel settore delle bomboniere e dell'oggettistica da regalo. La sede è a Battipaglia, nel salernitano.
All’inizio tra mamma e figlio c’è stata qualche incomprensione, troppo netta la differenza tra l’accogliere una persona nello store e interfacciare con la stessa mediante dei click.
“Lei riteneva assurdo investire in qualcosa che non puoi toccare”. Equivoci e disparità di vedute che il tempo e i riscontri lusinghieri hanno spazzato via nel volgere di pochi mesi.
“Oggi mamma funge da collegamento tra le due generazioni. Si sente più a suo agio a relazionare con un pubblico adulto, io mi occupo delle vendite sul sito e di veicolare immagine e prodotti attraverso i social”.
Prima il negozio aveva un’impronta più classica, adesso sia sulla rete che nel punto vendita l’assortimento si è arricchito e diversificato.
“Il centrino di pizzo lo si trova ancora ma sono presenti anche la maschera e il quadro di Joker. La fascia d’età media che acquista sul sito va dai 25 ai 40 anni. Il pubblico è contaminato da messaggi di cultura pop e bisogna intercettare le richieste di una nicchia di mercato ben definita e che ha le idee molto chiare. I follower hanno registrato una crescita costante, passando da poche centinaia a 60mila nell’arco di due anni”.
Cosa, in particolare, le dà gioia e voglia di proseguire su questo percorso?
“È un lavoro che non mi pesa, non le nascondo che mi diverte. Le soddisfazioni sono tante e frutto dell’impegno e della passione riversate sull’attività. Una cosa che mi soddisfa? Vedere arrivare gli ordini durante le ore notturne. È una sensazione bellissima”.
C’è differenza tra l’esperienza virtuale e quella vissuta in negozio?
“Al di là della presenza tangibile del cliente all’interno del negozio, direi di no. Soprattutto non deve esserci. L’acquirente non deve percepire alcuna diversità. La confezione – che deve essere profumata –, i consigli, l’ascolto non variano a seconda della procedura di vendita. Il sito non è una vetrina destinata a esporre la merce, dietro lo schermo ci sono persone pronte a rispondere in tempo reale alle domande poste dagli utenti e soddisfare le loro richieste”.
Il commercio, come tanti altri comparti, è alle prese con la stagnazione dei consumi. Come se l’immagina il futuro?
“Complicato. Oggi si tende a indebolire la piccola imprenditoria anziché predisporre le azioni necessarie a sostegno di un segmento che ha sempre sostenuto l’eccellenza delle produzioni Made in Italy.
Al contempo c’è da dire che chi punta sulla qualità ha frecce in più al proprio arco La Casa di Betty è una sorta di luogo incantato, ti viene voglia di entrare per prendere tutto”.
Quanto è importante Milano Home per chi fa degli accessori e dell’oggettistica il suo core business?
“Aiuta ad avere una panoramica esaustiva e a selezionare articoli di qualità. Le fiere sono uno strumento essenziale per chi ha un’attività commerciale, visito le principali rassegne e focalizzo la mia attenzione sui prodotti artigianali”.
Su cosa è necessario investire oggi?
“Sulla comunicazione. Tutto ciò che è finalizzato a instaurare un dialogo proficuo con il cliente genera benefici per il punto vendita e per chi acquista”.