Il design dei problemi, il design delle soluzioni: l’arte di osservare e progettare
Designer generation

Il design dei problemi, il design delle soluzioni: l’arte di osservare e progettare

Nato nel 1975 a Brescia, Luca Papini ha un’idea molto chiara della sua identità di designer e, soprattutto, dell’identità dei suoi design, in cui la forma diventa il frutto di un processo dedicato interamente alla progettazione.

 

Inizialmente orientato verso gli studi di architettura che ha conseguito a Firenze, ha successivamente continuato il suo percorso professionale rivolgendosi al design industriale, specializzandosi presso lo IED di Milano dove ha anche svolto attività di insegnamento.

 

Ha ottenuto numerosi premi e consolidato numerose collaborazioni internazionali, tra cui spicca la sua esperienza come professore ospite presso la Tsinghua University di Pechino.

 

 

Quali pensi sia il rapporto tra industrial design e interior design? Pensi che siano due concezioni diverse e alternative di design?

 

Penso che il rapporto tra l’industrial design e l’interior design sia diretto e segua, di base, la stessa logica.

 

In entrambi i casi si parte da un‘idea iniziale: nel caso di un’abitazione si tratta di uno spazio neutro, vuoto, mentre per un prodotto la partenza è un foglio bianco. Poi, in entrambe le situazioni, entrano in gioco i clienti, le richieste, i materiali, i colori e tutto ciò che serve a riempire e progettare quello spazio iniziale.

 

Però sicuramente ci sono anche delle differenze nei due mondi: per un progetto di interior è fondamentale l’identità di chi vivrà nella casa e quindi la libertà di personalizzazione, disegnando mobili o ambienti su misura.

 

In ambito industrial invece il progetto parte da un brief aziendale oppure da una mia idea, ma poi entrano in gioco diversi fattori che coinvolgono molte figure diverse e si capisce come procedere nello sviluppo finale dell’idea insieme, quindi non è mai il prodotto di una sola volontà personale.

 

 

Per te che ruolo ricopre la creatività nel design?

 

Spesso si associano design e creatività in maniera secondo me troppo precipitosa, anche perché su cosa sia esattamente la creatività i pareri sono discordanti.

 

Si confonde ancora il design con l’arte, che secondo me non sono la stessa cosa e non sono interscambiabili, e quindi si associa la creatività a un guizzo artistico.

 

Considerando invece correttamente il design come progettazione, la creatività si esprime nella soluzione concreta a un problema concreto.

 

Quindi qual è la fonte che alimenta questa ricerca e, di conseguenza, la creatività del design? L’arte di osservare, ovvero saper guardare con attenzione.

 

 

Quali differenze noti tra il tuo lavoro con industrie e grandi marchi e i tuoi lavori con privati?

 

Di differenze ce ne sono. Quando si lavora con industrie e ci si deve confrontare e immergere nel sistema industriale le tempistiche sono variabili e a volte imprevedibili, forse anche più dilatate.

 

E poi le dinamiche interne e gli attori che partecipano alle fasi di sviluppo e produzione entrano in gioco e sono coinvolte dall’inizio alla fine della progettazione, anche nella fase produttiva.

 

Con una committenza privata invece è più semplice, ci sono meno passaggi e una volta trovata e condivisa l’idea si procede subito alla creazione del prototipo e alla valutazione finale, senza altri passaggi obbligati che spesso sono invece necessari nell’industria.

 

In ambito privato inoltre ogni cliente è diverso ed è sempre molto informato e deciso su cosa desidera. Rispetto agli anni scorsi ora la sua partecipazione al progetto è diventata molto più importante e, grazie a piattaforme come Pinterest o Instagram, o anche riviste di settore, si interessa al processo dall’inizio alla fine.

 

Io posso dire che, per vocazione di design, mi sento più portato a lavorare con le industrie rispetto a privati.

 

 

Quindi come ti poni tu in quanto industrial designer nei confronti di una fiera come Milano HOME che si concentra sul mondo della casa?

 

Nonostante non sia strettamente il mio ambito, visiterò la fiera perchè mi interessa molto capire che tipo di lavori troverò, le aziende che esporranno e le artigianalità.

 

Sono anche curioso di scoprire la manifattura, le tradizioni e le innovazioni in corso nel nostro paese e in quelli esteri.