Adolfo Carrara, Exhibition Curator della manifestazione, presenta la prima edizione dell’evento dedicato all’home decor. “È un progetto nuovo, concepito per rispondere alle richieste di espositori e buyers con iniziative mirate per incentivare la fidelizzazione. Oggi è necessario saper customizzare, ovvero adeguare un bene o un servizio alle esigenze e alle aspettative del cliente mediante opportuni interventi di personalizzazione”
L’attesa volge al termine, il sipario sta per alzarsi sulla prima edizione di Milano Home in calendario da giovedì 11 gennaio a fieramilano Rho.
“Il concept della rassegna espositiva è nuovo, diverso dalle altre fiere. È un progetto che si propone di mettere al centro dell’evento una vera e propria community integrata. Siamo certi di aver messo in campo qualcosa di realmente diverso, chi fa ricerca, ama il gusto e chiede qualità e innovazione fa bene a venire a Milano Home. Alla fine resterà soddisfatto e sorpreso”.
Comunicatore cortese, colto e affabile, profondo conoscitore del mondo del retail, un passato da imprenditore, un presente che lo vede al timone di uno dei più noti studi di design di Milano, Adolfo Carrara è l’Exhibition Curator di Milano Home. Quando gli è stato proposto di adoperarsi per creare nuovi stimoli e accrescere l’interesse attorno al mondo dell’abitare e all’home décor ha accettato con grande entusiasmo.
“È un mondo che conosco bene avendo partecipato a diverse manifestazioni nelle vesti di espositore. Appartengo a una famiglia di tradizioni tessili poi, dopo la cessione dell’attività mi sono creato un’attività di consulente nel tessile e nel mondo della decorazione della casa. Quando è arrivata la proposta di Fiera Milano mi sono lanciato con grande entusiasmo e determinazione in questo nuovo disegno. Una cosa mi preme dirla subito: non si è passata una mano di vernice a qualcosa di già sperimentato, non c’è mai stata alcuna intenzione di dare una rinfrescata all’ambiente. È una formula mai sperimentata prima d’ora e sono certo che incontrerà il consenso di visitatori, buyer ed espositori.”
Partiamo dall’inizio.
“Fiera Milano ha prima chiamato due curatori che hanno messo sul tavolo le esigenze di chi sta dall’altra parte della barricata, poi ha messo a punto una rete vendita di ambassador – esperti del settore delle varie aree geografiche – per intercettare le marche che ci premeva fossero presenti in fiera, comprendere le esigenze dei brand, intercettare i messaggi nuovi e trasmettere fin da subito un meccanismo di energia positiva.
Con Emanuele Guido – direttore della manifestazione – ed Enrico Corti, (curatore delle sezioni Casalingo/Tavola mentre Carrara ha seguito i settori Decorazione/Tessile) si è instaurato un clima profittevole e un passo alla volta abbiamo messo sullo scacchiere le pedine da muovere per costruire la nuova veste e dare una immagine attraente della fiera”.
Qual è il plus di Milano Home e i suoi punti di forza?
“A mio parere sono numerosi, uno in particolare mi preme sottolinearlo: la capacità e la volontà di aver aperto il microfono a tutti gli interlocutori coinvolti ascoltando le loro richieste, le necessità, i desideri, gli obiettivi. È stato impostato un nuovo modo di comunicare, aperto e diretto, abbiamo attivato iniziative per accrescere gli stimoli e incentivare la fidelizzazione.
Oggi sul mercato si avverte una esigenza molto chiara che arriva dalla clientela, sempre più orientata a chiedere un prodotto personalizzato. Per far fronte a questa domanda, come ebbi già modo di dire nella conferenza stampa di presentazione della rassegna, la parola d’ordine è customizzare, ovvero saper adattare un bene o un servizio alle esigenze e alle aspettative del cliente mediante opportuni interventi di personalizzazione. Una leva che funge da deterrente all’omologazione dei prodotti e dà un nuovo abbrivio alle lavorazioni artigianali”.
Come devono comportarsi i punti vendita per sostenere la concorrenza che arriva da vari fronti?
“I negozianti italiani devono vedersela con le grandi catene, i department store, le aziende industriali che fanno distribuzione massiva sul mercato e non c’è altro da fare che fidelizzare attraverso il servizio mediante la customizzazione. Più che un’ancora di salvataggio è una strada obbligata da percorrere per reggere l’onda d’urto di un contesto che vive una profonda fase di trasformazione.
Oggi più che mai è necessario che il retail applichi correttamente tutte le procedure che siano di supporto a distinguersi dai concorrenti, inoltre occorre prendere atto che l’attività fisica va necessariamente portata anche sull’online. Non c’è alternativa che tenga”.
È stato predisposto anche un palinsesto di eventi di carattere formativo-culturale. Può darci qualche spunto che incuriosisca il lettore?
“Non è semplice compendiare tutti gli appuntamenti, mi limito ad accendere i fari su tre di essi rimandando il visitatore alla presenza in fiera per non perdere nessuno degli appuntamenti in programma.
Sarà presente la Fondazione Fashion Research Italia di Bologna presieduta dal cavalier Alberto Masotti, che dispone di un archivio tessile, catalogato e digitalizzato, composto da 30mila disegni antichi e moderni su carta e tessuto e 5mila volumi d’ispirazione oltre a 2.500 campioni di tessili, accessori e packaging con caratteristiche di sostenibilità. A Milano Home presentano i “Foulard d’Artista”, realizzati seguendo i canoni artigianali degli stampatori romagnoli.
Due sono gli incontri che ho curato in prima persona: Spazio Favini e Nappa Valley. Il primo nasce da una visita da me fatta a Rossano Veneto nella sede della ben nota Cartiera Favini. Rimasi sorpreso quando vidi in un grande piazzale pile di giganteschi volumi realizzati con gli scarti derivanti dalla produzione della carta che venivano stoccati e divisi per tonalità di colore per essere successivamente reimpiegati nella produzione di nuova carta. Una spettacolare installazione dove refili di taglio della carta, spezzoni di bobina o ammassi di fogli non conformi si inseguono in un gioco di colori inaspettato. Camminando fra queste colonne di colore ho scoperto un mondo di amore per l’ambiente ed una storia aziendale esemplare densa di valori e di rispetto verso l’uomo e la società.
In fiera abbiamo allestito una Casa di Carta con i volumi di carta colorati trovati su quel piazzale proprio quel giorno, quasi fossero dei mattoni, e abbiamo gettato le basi della nuova casa del futuro cui abbiamo affidato il nostro messaggio di rispetto per il Pianeta.
Su questi stessi mattoni presentiamo i prodotti di tendenza nei padiglioni in un avvicendamento cromatico volutamente tonico ed energetico per affrontare con il dovuto ottimismo le sfide del domani.
Nappa Valley, promosso con l’azienda piemontese Monti Napoleone, mette al centro la nappa che da sempre rappresenta la casa. Ho così pensato di creare delle nappe alte 3 metri con tessuti presenti nel mondo della biancheria della casa made in Italy, tutte realizzate a mano, per indagare il mondo del settore tessile dell’arte della casa (lino, canapa, ecc.).
Al centro della Nappa Valley ci sarà Fabio Grassi, artista che realizzerà intrecci tra trame e ordito”.
Adolfo Carrara, Exhibition Curator, con Emanuele Guido, Direttore della manifestazione
Più di 570 brand presenti, oltre 60 ore di talks e workshop dedicati ai negozi e agli interior designer, un layout innovativo che propone - in ognuno dei 4 padiglioni (Vibes, Mood, Taste, Elements) - un boulevard ad anello che guida i visitatori alla scoperta di tutti gli stand, e converge verso il cuore dei padiglioni animati da "piazze" di contenuto, eventi, installazioni e aree esperienziali. Il percorso è caratterizzato da enormi pois che rappresentano, nella simbologia, un invito ad andare oltre, ad approfondire percorsi alternativi e nuove conoscenze. Tra le novità di questa edizione, Meet&Coffee: ogni mattina, da venerdì a domenica, un momento di speed date informale tra buyer e seller per incontrare nuovi potenziali partner davanti a un caffè e aprirsi a nuove opportunità.